Liguria, rilasciate in natura quattro rarissime testuggini palustri | VIDEO

Liguria, rilasciate in natura quattro rarissime testuggini palustri | VIDEO

Tabella dei Contenuti

Ad Albenga, in provincia di Savona, gli scienziati hanno rilasciato quattro testuggini palustri europee a rischio di estinzione a causa delle attività antropiche.

Buone notizie per la conservazione della biodiversità del pianeta Terra. Ad Albenga, in provincia di Savona, in Liguria, gli scienziati hanno rilasciato quattro testuggini palustri europee, nome scientifico Emys orbicularis ingauna, a rischio di estinzione a causa dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento e della perdita di habitat. Animali che, appartenenti a una delle 14 sottospecie di Emys orbicularis, sono stati avvistati fino al 1960. Estinti, invece, a partire dal 1994.

Tra gli obiettivi della liberazione inserita nel Progetto LIFE URCA (Urgent Conservation Actions) PROEMYS, il ritorno dei rettili endemici del territorio in fiumi, laghi, paludi e stagni. Non a caso, proprio qui, in uno specchio d’acqua di 600 metri quadri nel cuore dell’Oasi WWF “I Valloni”, i cuccioli nati in un ambiente controllato prima si sono guardati attorno, poi hanno mosso i primi passi, infine si sono immersi tra i canneti.

A partecipare all’iniziativa sono stati il WWF Italia, l’Associazione Emys Liguria, la Provincia di Savona, la Pro Natura Genova, l’Università degli Studi di Genova, la Fondazione Acquario di Genova e Acquario di Genova-Costa Edutainment spa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure (ARPAL) e la Regione Liguria.

Fondamentale, inoltre, l’applicazione di un microchip nel carapace degli animali per garantirne un monitoraggio periodico. Sia in Italia sia in Slovenia diversi i partner del Progetto LIFE URCA (Urgent Conservation Actions) PROEMYS cofinanziato dall’Unione Europea, attraverso lo strumento LIFE, per tutelare le quattordici sottospecie dei Matusalemme d’acqua dolce.

Non solo testuggini palustri europee, ecco il Magazine di TeleAmbiente sui rettili

Sul pianeta Terra, in caso di estinzione dei rettili, così come in caso di estinzione degli anfibi, si potrebbero verificare grandi squilibri. Il motivo? Alligatori, coccodrilli, lucertole, tartarughe e testuggini hanno un legame non solo con tantissimi predatori, ma anche con tantissime prede pronte a proliferare a dismisura. Sicuramente, invece, nel corso dei tempi geologici, altre specie animali rimpiazzerebbero i rettili come già successo in passato. Un classico esempio? I mammiferi che, milioni e milioni di anni fa, colonizzarono gli ambienti lasciati liberi dai dinosauri“, ha spiegato nel Magazine di TeleAmbiente dedicato ad anfibi e rettili il naturalista Nicolò Pellecchia.

Pubblicità
Articoli Correlati