Si indaga per disastro e omicidio colposo, mentre i sindacati oggi saranno in sciopero e in corteo a Bologna.
Ritrovati questa mattina i corpi di due dei quattro operai dispersi dopo la tragedia della centrale idroelettrica di Bargi di Camugnano (Bologna), esplosa nel pomeriggio di martedì. I vigili del fuoco lavorano senza sosta da quasi 48 ore alla ricerca di tutti i dispersi: i corpi sarebbero stati individuati ma le operazioni di recupero sono particolarmente complesse perché l’acqua, contaminata da olii e idrocarburi, è particolarmente torbida. Intanto, la Procura di Bologna ha aperto un’inchiesta per disastro e omicidio colposo.
Le ricerche dei dispersi
I vigili del fuoco, anche con sommozzatori e droni acquatici, stanno ancora cercando di recuperare i corpi dei quattro dispersi. A rendere particolarmente complicate le operazioni, finora, l’enorme afflusso d’acqua che ha invaso diversi piani sotterranei della centrale idroelettrica. Ad ogni modo, la situazione si sta stabilizzando e i piani si stanno lentamente svuotando.
Le indagini della Procura
La Procura di Bologna, sull’incidente nella centrale idroelettrica di Bargi, ha aperto un’inchiesta per disastro e omicidio colposo. Ad occuparsi del caso sono il Procuratore capo, Giuseppe Amato, e il pubblico ministero, Flavio Lazzarini. Al momento si procede contro ignoti, in attesa di raccogliere tutte le testimonianze di chi è scampato alla tragedia.
Chi sono i dispersi
Solo uno dei quattro dispersi, il 57enne Adriano Scandellari, è un dipendente diretto di Enel Green Power, gestore della centrale idroelettrica di Bargi. Gli altri sono dipendenti di altre ditte o consulenti esterni: si tratta di Vincenzo Garzillo, 68 anni, dipendente di Lab Engineering; Paolo Casiraghi, 59 anni, dipendente di Abb; Alessandro D’Andrea, 37 anni, dipendente di Voith.
Scioperi e proteste
Intanto, questa mattina sono andati in scena gli scioperi indetti da Cgil e Uil e il corteo di protesta a Bologna. Tra i manifestanti anche Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, che in un primo momento aveva parlato di “tragedia immane” e che oggi invece ha spiegato: “Non si può parlare ogni volta di tragica fatalità, le morti sul lavoro sono un’emergenza nazionale e serve avviare una discussione seria, senza ricordarsene solo nei minuti e nei giorni successivi“.
Polemiche politiche
Intanto, nonostante la presenza di Bonaccini e del sindaco di Bologna Matteo Lepore, non sono mancate le contestazioni al Pd e ai suoi esponenti. Alcuni manifestanti con bandiere di Rifondazione Comunista e Carc hanno tuonato durante il corteo: “Perché il Pd non tutela i lavoratori in azienda? Perché non fa sua la legge sugli omicidi sul lavoro? Fuori da qui, cosa ci siete a fare se da 40 anni avete portato la precarietà in azienda“.
Potrebbero far discutere anche le parole di Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia. “È giusto che Elly Schlein, Stefano Bonaccini e la ministra del Lavoro Calderone vadano sul posto, è un’assunzione di responsabilità da parte della politica e delle istituzioni. Ma non usiamo questo caso come esempio di mancanza di sicurezza” – ha spiegato ad Agorà su Rai 3 la vicepresidente del Senato – “L’intervento di potenziamento era iniziato due anni fa, credo si sia trattata di una tragica fatalità e trovo inaccettabile che i sindacati utilizzino la tragedia per due tessere in più. Tra l’altro, l’adesione allo sciopero è stata appena del 3%. Abbiamo già norme sulla sicurezza del lavoro, si tratta solo di applicarle“.