La Commissione Ue ha adottato le proposte per contrastare gli sprechi alimentari e tessili.
Lo spreco alimentare in Europa ammonta ogni anno a 60 milioni di tonnellate, i rifiuti tessili arrivano a 12,6 milioni. Solo abbigliamento e calzature rappresentano 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti, equivalenti a 12 kg di rifiuti pro capite ogni anno e si stima che meno dell’1% dei prodotti tessili nel mondo vengano riciclati in nuovi prodotti.
Per questo, la Commissione ambiente del Parlamento Ue ha accolto il 14 febbraio la proposta di revisione della direttiva quadro sui rifiuti, con 72 voti a favore, nessun contrario e 3 astensioni, per prevenire e ridurre meglio i rifiuti tessili e alimentari, favorendo l’economia circolare.
Sprechi alimentari, l’Ue pone obiettivi più ambiziosi
Gli obiettivi contenuti nella revisione in merito agli sprechi alimentari sono più ambiziosi e dovrebbero essere raggiunti a livello nazionale entro il 31 dicembre 2030 dai Paesi Ue. L’intenzione degli eurodeputati è di “aumentare gli obiettivi vincolanti di riduzione dei rifiuti proposti dalla Commissione ad almeno il 20% nella trasformazione e produzione alimentare (invece del 10%) e al 40% pro capite nella vendita al dettaglio, nei ristoranti, nei servizi di ristorazione e nelle famiglie (invece del 30%), rispetto alla media annuale generata tra il 2020 e il 2022″, si legge nella nota del Parlamento europeo.
Rifiuti tessili: responsabilità estesa del produttore
Per quanto riguarda i rifiuti del settore tessile, le nuove norme istituirebbero dei regimi responsabilità estesa del produttore (EPR), attraverso i quali gli operatori economici che mettono i tessili disponibili sul mercato dell’UE coprirebbero i costi per la loro raccolta differenziata, cernita e riciclaggio. Più veloci anche i tempi di entrata in vigore della direttiva negli Stati membri: 18 mesi anziché i 30 proposti dalla Commissione. In parallelo, i Paesi dovrebbero garantire la raccolta separata dei tessili per il riutilizzo, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio entro il 1° gennaio 2025.
La norma riguarderebbe abbigliamento e accessori, coperte, biancheria da letto, tende, cappelli, calzature, materassi e tappeti, compresi i prodotti che contengono materiali tessili come pelle, cuoio ricostituito, gomma o plastica.
La relatrice della proposta di revisione, Anna Zalewska (ECR, PL), ha dichiarato: “Forniamo soluzioni mirate per ridurre gli sprechi alimentari, come promuovere frutta e verdura “brutte”, tenere d’occhio le pratiche di mercato sleali, chiarire la data di etichettatura e donare alimenti invenduti ma consumabili. Per i tessili, colmiamo le lacune includendo anche i prodotti non casalinghi, tappeti e materassi, nonché la vendita tramite piattaforme online. Chiediamo inoltre un obiettivo di riduzione dei rifiuti tessili, con un controllo sull’esportazione dei tessili usati. Migliori infrastrutture per aumentare la raccolta differenziata dovrebbe essere integrata da una raccolta differenziata più efficiente dei rifiuti urbani, in modo che gli elementi che possono essere riciclati vengano estratti prima di essere inviati all’inceneritore o alla discarica.”
A marzo il Parlamento voterà in sessione plenaria la proposta. Il dossier sarà poi seguito dal Parlamento europeo dopo le elezioni del 6-9 giugno.