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A23a, l’iceberg più grande al mondo sta per disintegrarsi

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Staccatosi nel 1986 dall’Antartide, questo iceberg è stato a lungo il più esteso e pesante della Terra. Negli ultimi anni, però, ha iniziato a frammentarsi a velocità esponenziale, ed ha già perso quel primato. Secondo gli esperti, entro la fine del prossimo novembre si disgregherà in blocchi sempre più piccoli per poi, di fatto, collassare nell’Atlantico meridionale. 

A23a, che per anni è stato il più grande iceberg presente sulla Terra, si sta disintegrando a una velocità sempre maggiore nel suo viaggio alla deriva nell’Oceano Atlantico meridionale. Secondo gli scienziati, difficilmente riuscirà a resistere fino alla fine del prossimo mese di novembre, e il suo destino appare inevitabilmente segnato: l’iceberg si disgregherà presto in blocchi troppo piccoli per poter essere tracciati.

L’iceberg si era staccato nel 1986 dalla piattaforma Filchner-Ronne, in Antartide, lungo una frattura, nota come Grand Chasm, individuata negli anni Cinquanta del secolo scorso. Per oltre 30 anni, A23a non si era allontanato molto dall’Antartide, ma negli ultimi tempi ha iniziato a spostarsi, anche ad una certa velocità, verso l’arcipelago britannico della Georgia del Sud. In meno di due anni, l’iceberg è passato dal pesare un trilione di tonnellate all’assottigliarsi sempre più rapidamente, frammentandosi in più porzioni, grandi abbastanza da essere denominate autonomamente come A23d, A23e e A23f.

 

Di fatto, da qualche tempo A23a non è più l’iceberg più grande al mondo. Come spiega Andrew Meijers del British Antarctic Survey, il primato ora spetta a D15a, che ha dimensioni pari a quasi il doppio dell’iceberg destinato a collassare nell’Atlantico meridionale. La crescente frammentazione dell’iceberg non dipende solo dalle temperature mediamente più alte rispetto al passato, per effetto del cambiamento climatico, ma anche dal moto ondoso e dalle maree che flettono una massa ghiacciata sempre più sottile.

 

La frammentazione di A23a, come mostra un video in timelapse composto da varie immagini satellitari, tra cui quelle della NASA e di Copernicus, prosegue ad una velocità esponenziale ed è nel 2025 che l’iceberg ha iniziato a scomporsi in maniera sempre più evidente. Un primo, grande frammento, si era staccato nello scorso gennaio, e nei due mesi successivi A23a si è spostato verso la Georgia del Sud, arenandosi a circa 70 km dalle coste dell’arcipelago. Una piccola, buona notizia, dal momento che l’avvicinamento di una simile massa di ghiaccio metteva in pericolo l’habitat faunistico. Alla fine di maggio, però, l’iceberg si è staccato nuovamente dal fondale marino, riprendendo a spostarsi verso Est. Le ultime immagini satellitari disponibili, risalenti ai primi giorni di settembre, mostrano come l’iceberg stia perdendo continuamente nuove, enormi porzioni di ghiaccio.

 

La fine, ormai segnata, di A23a, preoccupa non poco le comunità di pescatori e gli esperti di conservazione della natura, anche se secondo alcuni scienziati il suo scioglimento definitivo potrebbe causare un rilascio di nutrienti tale da dare una grossa mano alla vita marina.

 

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