Con qualche ora di ritardo, ecco le prime informazioni sulla concentrazione di diossine, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e policlorobifenili (PCB).
Incendio ad Ardea, i primi dati del monitoraggio dell’aria da parte di Arpa Lazio. Con qualche ora di ritardo rispetto a quanto previsto, sono stati pubblicati i dati sulle concentrazioni di inquinanti rilevate dalla centralina mobile installata nei pressi della discarica abusiva andata a fuoco lunedì scorso in via Montagnano.
I dati sono riferiti alle prime 24 ore successive all’incendio e riguardano i valori di inquinanti come diossine e furani, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e policlorobifenili (PCB). In particolare, le concentrazioni di diossine o furani sono state pari a 0,08 picogrammi pe metro cubo (pg/m³). L’Italia non ha un limite normativo di riferimento, ma il valore si avvicina alla stima dell’Organizzazione mondiale della sanità sulle concentrazioni medie in ambiente urbano, anche se inferiore alla soglia d’allarme sempre indicata dall’Oms.
Particolarmente alto appare il valore degli idrocarburi policicli aromatici come il benzo(a)pirene, pari a 25 nanogrammi per metro cubo (ng/m³) a fronte di un limite legislativo annuo della concentrazione media pari a 1. Tuttavia, come spiega anche Arpa Lazio, trattandosi di una media annua, i valori rilevati in occasione di eventi come gli incendi non possono essere direttamente confrontati.
L’Italia non ha limiti normativi neanche per quanto riguarda i policlorobifenili. Tuttavia, ci sono degli intervalli definiti dall’Oms che variano da 3 pg/m³ nelle aree non industriali ai 3.000 tipici delle aree urbane più inquinate e industrializzate. Nel caso dell’incendio di Ardea, tra lunedì e martedì scorsi i valori di PCB hanno raggiunto i 490 pg/m³.