Pantelleria chiede il riconoscimento Unesco per i suoi olivi striscianti, e anche l'Igp

Pantelleria chiede il riconoscimento Unesco per i suoi olivi striscianti, e anche l’Igp

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Pantelleria vuole per i suoi olivi striscianti il riconoscimento Unesco di patrimonio naturale dell’umanità.

Si tratta di un’attestazione con cui l’Unesco definisce patrimonio dell’umanità siti o elementi naturali che rappresentano “l’eredità del passato di cui noi oggi beneficiamo e che trasmettiamo alle generazioni future.” Fanno parte di questo elenco, tra gli altri, le piramidi d’Egitto, le cattedrali barocche dell’America Latina e il parco nazionale di Serengeti in Africa.

L’olivigno Biancolilla di Pantelleria è unico nel suo genere poiché si è adattato ai forti venti che sferzano l’isola tanto da diventare strisciante, il tronco è più basso del normale mentre le branche sfiorano la terra per proteggersi. La raccolta delle olive a pantelleria si fa distesi per terra, impossibile utilizzare le reti. Proprio su questa peculiarità puntano i promotori per ottenere il riconoscimento dall’Unesco.

L’isola sta avviando la pratica per ottenere anche un altro riconoscimento per il frutto degli ulivi striscianti; l’IGP (Indicazione geografica protetta) per il suo“ogghiu pantiscu”, l’olio pantesco. Oltre all’Igp Sicilia i promotori chiedono che sia indicata anche la provenienza da Pantelleria.

Come riferito da La Sicilia, nell’isola è stata annunciata la creazione di un Osservatorio permanente dell’olivo e dell’olio pantesco. In un contesto internazionale che premia la genuinità accertata dei prodotti sia per la richiesta dei consumatori che per la tutela crescente a livello internazionale, l’isola vuole che sia valorizzata l’unicità dell’olio prodotto nelle condizioni uniche del suo territorio.

Ottenere un riconoscimento in etichetta dovrebbe permetterebbe ai produttori di percepire il giusto prezzo per un prodotto realizzato in condizioni estreme. Giusto prezzo che, è questa la speranza di chi ha avviato l’iter, dovrebbe consentire la sopravvivenza di un prodotto a rischio abbandono.

In questo clima si è tenuto nell’isola Ogghiu Pantiscu Fest, primo festival dedicato all’olio autoctono. Evento sostenuto dall’Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria.

L’Ente Parco persegue l’obiettivo di promuovere e tutelare la raccolta dell’olio pantesco: “Intendiamo continuare a preservare e tramandare le tecniche agronomiche come già fatto con la vite ad alberello e l’arte dei muri a secco, contribuendo così a mantenere viva l’identità agricola eroica di Pantelleria” dice Davide Emma, agrotecnico dell’Ente Parco.

Per noi dell’Ente Parco Nazionale” continua Davide Emma in un comitato dell’Ente Parco “l’Ogghiu Pantiscu Fest sarà un’ottima occasione per evidenziare il nostro impegno nel tutelare e valorizzare le pratiche agricole tradizionali dell’isola. La nostra azione si concentra su promozione, tutela e trasmissione delle pratiche tradizionali. L’olivicoltura a Pantelleria, tradizionalmente di sussistenza e di integrazione al reddito aziendale, vede attualmente una produzione che soddisfa appena il mercato interno e le richieste dei turisti, con alcune realtà più strutturate capaci di imbottigliare olio destinato ai mercati di nicchia extra-isolani”.

“Non sono un tuttologo né un super esperto ma da trent’anni le mie siepi d’ulivo mi danno licenza di presentarmi al frantoio. Dove alla mia modesta quantità raccolta dai bambini – poi ragazzini, poi adulti striscianti ed esperti – posso aggiungere olio degli amici. Una cerimonia… sacra per un prodotto eccellente. E bene fa oggi Pantelleria a esaltarlo per farne buon commercio domani” dice Italo Cucci, commissario straordinario dell’Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria.

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