Ultima Generazione in sciopero della fame se bloccano la Global Sumud Flotilla

Ultima Generazione in sciopero della fame se bloccano la Global Sumud Flotilla

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Ci saranno anche due attivisti di Ultima Generazione nell’equipaggio di una delle imbarcazioni che compongono la Global Sumud Flotilla. Un medico e uno skipper del gruppo ambientalista, Francesco e Stefano, si imbarcheranno dalla Sicilia.

A terra, altri attivisti sono pronti a dare vita allo sciopero della fame a oltranza qualora le imbarcazioni venissero fermate dalla marina israeliana. Alina, Serena e Beatrice sono le prime volontarie ad aderire allo sciopero. Già due imbarcazioni della Flotilla sono state colpite da droni. Al momento dell’attacco entrambe le imbarcazioni si trovavano in Tunisia a Sidi Bu Said. A bordo vi erano i membri dell’equipaggio, tra questi anche Greta Thunberg e Thiago Avila.

 

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Sebbene il governo tunisino abbia smentito la presenza di droni sul suo territorio, gli attivisti non hanno dubbi e attribuiscono a Israele entrambi gli attacchi documentati con le immagini delle telecamere installate nelle barche. Un drone militare israeliano aveva già colpito un’altra imbarcazione durante il precedente tentativo di raggiungere Gaza nel maggio scorso, al al largo di Malta.

Ultima Generazione intende sostenere tutte le persone che sceglieranno lo sciopero della fame “come forma di resistenza nonviolenta e di pressione sul governo italiano, affinché garantisca il ritorno in sicurezza dei connazionali imbarcati e riconosca il genocidio in corso a Gaza.”

La richiesta del gruppo ambientalista al governo Meloni è il riconoscimento del genocidio in atto a Gaza, mentre chi vuole protestare contro Israele è invitato ad aderire al boicottaggio dei prodotti israeliani e delle grandi catene che sostengono l’occupazione della Palestina.

Ho deciso di unirmi allo sciopero e a privarmi del cibo,  perché non riesco più a tollerare ciò che sta succedendo a Gaza – dichiara Alina, madre di tre figli. – Ora basta! Non continuerò la mia vita come se nulla fosse, metto il mio corpo a disposizione e andrò avanti con lo sciopero della fame a oltranza, il mio impegno è per la Flotilla e per la Palestina, affinché riesca nella sua missione e affinché le persone partite tornino a casa senza un graffio e che il governo riconosca che le atrocità che stanno succedendo a Gaza sono un genocidio! Invito chiunque lo desideri ad unirsi: c’è ancora speranza, possiamo e dobbiamo ancora agire.”

Serena, 39 anni, educatrice dichiara: “Mi sento fortunata a non svegliarmi ogni giorno sotto le bombe e proprio per questo ho il dovere umano, morale ed etico di non restare indifferente davanti alla violenza e all’abuso di potere. Non è una scelta, ma una responsabilità prendere posizione, per restare Umani. Credo nella solidarietà e voglio sperare che, come io desidero aiutare chi è in difficoltà, altri lo farebbero per me. Penso alle mie nipoti. Finché anche un bambino/a può morire di fame come strumento di sterminio, non avrò un diritto maggiore al nutrimento, finché la voce del popolo non sarà ascoltata dai governi e questo abominio non finirà.”

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