Al via, in Sardegna, la campagna di vaccinazione contro la dermatite nodulare contagiosa solita colpire i bovini. Branda (Università Campus Biomedico di Roma): “Nessun rischio per l’essere umano”.
Corsa contro il tempo in Sardegna per vaccinare i bovini contro la dermatite nodulare contagiosa. Ad annunciare l’arrivo di oltre 300.000 sieri immunizzanti dal Sudafrica è l’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale della Regione Autonoma della Sardegna, Armando Bartolazzi, dopo lo scoppio di continui focolai della malattia virale. Primo caso in un allevamento in provincia di Nuoro il 21 giugno 2025. Un ulteriore episodio registrato, invece, nelle stalle di Porto Mantovano, vicino a Mantova, in Lombardia, il 25 giugno 2025, a causa di un esemplare esportato dall’Isola al centro del mar Mediterraneo.
“La dermatite nodulare contagiosa conosciuta, almeno a livello internazionale, come Lumpy Skin Disease (LSD), sarebbe sbarcata in Italia dall’Africa del Nord. Qui, non a caso, i bovini detenuti in alcuni allevamenti risultano essere infetti. Ed ecco perché un insetto vettore come una mosca, una zanzara o una zecca avrebbe trasportato il virus da un animale malato del Maghreb a un animale sano in Sardegna. Solitamente i tempi di incubazione della patologia sono tra i quattro e i sette giorni. Sui bovini la dermatite nodulare contagiosa si manifesta con febbre alta accompagnata dalla comparsa di noduli sulla testa, sul collo, sul dorso e sugli arti. Noduli che, tra l’altro, sono dolorosi, perché, ulcerandosi, si infettano“, spiega a Teleambiente il ricercatore di Statistica Medica ed Epidemiologia Molecolare dell’Università Campus Biomedico di Roma, Francesco Branda.
Nonostante l’imminente avvio della campagna di vaccinazione, però, i bovini già contagiati devono essere abbattuti. Secondo gli scienziati, l’epidemia potrebbe essere dichiarata conclusa tra 14 mesi. Nel frattempo, però, ed è bene sottolinearlo, nessun rischio per l’essere umano.
“L’essere umano non rischia nulla. Sicuramente, però, la Lumpy Skin Disease (LSD) rappresenta un danno economico per l’allevatore, perché l’animale comincia a perdere peso e appetito con un calo significativo della produzione di latte. Fondamentale, a mio parere, adottare semplici misure di prevenzione a causa della mancanza di una terapia antivirale specifica, dall’igienizzazione delle stalle, alla somministrazione di antibiotici al bestiame. Ripeto, però, che, rispetto ad altri virus, si deve stare tranquilli, perché la dermatite nodulare contagiosa, non causando zoonosi, non si trasmette all’essere umano né attraverso il contatto diretto con il bovino malato né attraverso il consumo di carne, formaggio o latte“, conclude lo scienziato.