In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress: 1)Agricoltura, l’Italia conquista la leadership in Europa; 2) Un piano contro la povertà alimentare; 3) Mele italiane, il clima pesa sul raccolto; 4) Florovivaismo italiano, 2024 da record
In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress:
1) Agricoltura, l’Italia conquista la leadership in Europa: I risultati ottenuti nel 2024 confermano il settore agroalimentare come uno dei pilastri dell’economia italiana. Secondo l’ultimo Rapporto sull’Economia Agroalimentare 2025 di BPER, il valore aggiunto dell’agricoltura ha raggiunto i 44,4 miliardi di euro, segnando un +9% rispetto all’anno precedente. L’Italia ha così conquistato la leadership in Europa, superando Francia e Spagna. Anche l’industria alimentare ha mostrato segnali di ripresa, con un valore aggiunto in crescita a 37 miliardi di euro, in terza posizione nell’Unione Europea. La produzione cresce in tutte le regioni, specialmente al Sud, ma tra quelle in testa per concentrazione si posizionano Lombardia, Veneto e Sicilia. Con oltre 676 miliardi di euro di fatturato di filiera, 69 miliardi di euro di export e un saldo positivo nei prodotti trasformati pari a 14,2 miliardi, l’agroalimentare italiano ha giocato un ruolo centrale nella crescita dell’economia nazionale, soprattutto grazie alla domanda estera. In sviluppo anche le attività secondarie, trainate principalmente dagli agriturismi e dalla produzione di agroenergie.
2) Un piano contro la povertà alimentare: È operativo il piano contro la povertà alimentare. L’atto normativo, frutto di un accordo tra il ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e il dicastero del Lavoro, prevede uno stanziamento di 54,9 milioni per il Fondo Nazionale Indigenti. Le risorse stanziate sono destinate all’acquisto di una varietà di articoli alimentari di provenienza italiana, da distribuire in collaborazione con enti del terzo settore. Il cesto di prodotti, caratterizzato da un elevato valore nutrizionale, comprende: biscotti per bambini, formaggi con denominazione d’origine protetta, riso per risotti, salumi sia DOP che a indicazione geografica protetta, carne di vitello, succhi di frutta, macedonia e una selezione di verdure e legumi in scatola. Lo stanziamento serve all’acquisto di prodotti alimentari da filiera italiana da distribuire in collaborazione con le organizzazioni del terzo settore. Il paniere include alimenti di qualità e ad alto valore nutrizionale, come biscotti per l’infanzia, formaggi Dop, riso da risotto, salumi Dop e Igp, carne di vitella, succhi di frutta, macedonia, verdure e legumi conservati. Tra le organizzazioni che collaborano a questo programma ci sono Caritas, Croce Rossa, Banco Alimentare, Banco delle Opere di Carità, Comunità di Sant’Egidio, Banco Alimentare Roma, Sempre per la Pace.
3) Mele italiane, il clima pesa sul raccolto: È ufficialmente iniziata la stagione della raccolta delle mele in Italia, e come da tradizione il via arriva dal Trentino Alto Adige, cuore pulsante della melicoltura nazionale, dove si concentra il 65% della produzione italiana. Il 2025, però, si apre con luci e ombre. L’Italia resta il secondo produttore europeo dopo la Polonia, ma i dati diffusi da Prognosfruit segnalano un calo medio del 3% rispetto al 2024: in tutto, poco più di 2 miliardi e 200 milioni di chili. Una cifra che nasconde però grandi differenze regionali. In Trentino la produzione cresce del 5%: clima favorevole, piogge regolari e frutti di ottima qualità. All’opposto, il Veneto registra un crollo dell’11% a causa delle grandinate estive. In Alto Adige il calo è più contenuto, -3%, dovuto allo stress idrico e ai parassiti. In Emilia-Romagna la raccolta segna un -6%, penalizzata dal caldo e dalla cimice asiatica, mentre in Friuli Venezia Giulia la flessione è del 5%. La situazione peggiore si registra in Piemonte: -15% a causa di grandinate e malattie fungine. Fa eccezione la Lombardia, che rimbalza con un +35% dopo un 2024 molto difficile. Particolarmente preoccupante il dato sul biologico: -12%, che porta il peso del settore al 7% del raccolto totale. E sul fronte dei prezzi? L’abbondanza in alcune aree, come Trentino e Lombardia, potrebbe mantenere stabili le quotazioni locali. Ma nelle zone colpite dalle perdite, soprattutto Piemonte e Veneto, il rischio è un rincaro per i consumatori. Un settore, quello delle mele, che resta centrale per l’agricoltura italiana ed europea, ma che paga sempre più il prezzo della variabilità climatica e degli eventi estremi.
4) Florovivaismo italiano, 2024 da record: Il florovivaismo italiano segna un nuovo record: nel 2024 il comparto ha raggiunto 3,25 miliardi di euro di produzione, con una crescita del 3,5% rispetto al 2023, del 23% negli ultimi cinque anni e addirittura del 31% nell’ultimo decennio. Numeri diffusi da Istat e rilanciati da Myplant & Garden, la più importante fiera italiana del verde. Il settore rappresenta l’8% delle produzioni vegetali nazionali e il 5,3% del valore complessivo dell’agricoltura, con 19mila imprese e 45mila ettari coltivati. A guidare la classifica delle regioni troviamo la Toscana, regina del vivaismo, con oltre 1 miliardo di euro e il 55% del mercato nazionale. Segue la Liguria, con 462 milioni e una crescita del 3,8%, e la Sicilia, che raggiunge i 313 milioni. Tutte le regioni italiane hanno comunque registrato incrementi di valore. Per aree geografiche, il Centro Italia concentra il 39% della produzione, il Nord il 38% e il Sud il 23%. Il florovivaismo conferma anche la sua vocazione internazionale: nel 2024 l’export ha superato 1,6 miliardi di euro, +6,3% in valore, con il 70% della produzione destinata ai mercati esteri, soprattutto in Europa. L’Italia si conferma così il terzo esportatore mondiale del settore, con un saldo commerciale positivo nonostante la crescita delle importazioni. Non mancano però le criticità: cambiamenti climatici, costi energetici, aumento dell’import e nuove fitopatie mettono sotto pressione le aziende. Ma, sottolineano da Myplant, il comparto continua a distinguersi per la qualità delle produzioni, l’innovazione e la capacità di affrontare le sfide globali. Un settore in salute, dunque, che non solo porta ricchezza alle campagne italiane, ma rappresenta anche una vera bandiera del Made in Italy nel mondo.