In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) A Washington focus sul vino italiano, pesa il rischio dazi; 2) Agroalimentare, performance economica stabile nel IV trimestre del 2024; 3) Agritech, il 60% degli investimenti è destinato al Vertical Farming; 4) Cresce il volume di import e export di cereali, semi oleosi e farine
In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress:
1) A Washington focus sul vino italiano, pesa il rischio dazi: Promuovere il dialogo sulle attuali condizioni di mercato in cui l’ombra dei dazi rende necessaria un’ulteriore valorizzazione del Made in Italy nel mondo. Questo l’obiettivo della tavola rotonda “Inside Italian Wine’s Next Move in America” organizzata a Washington da VeronaFiere.
2) Agroalimentare, performance economica stabile nel IV trimestre del 2024: Stabile la performance economica nel IV trimestre 2024 dell’agroalimentare, con una crescita dello 0,1% del PIL rispetto al trimestre precedente. In calo è il valore aggiunto dell’agricoltura e dei servizi, mentre cresce il settore dell’industria a livello congiunturale. È quanto emerge dalla fotografia scattata da CREAgritrend, il bollettino trimestrale messo a punto dal CREA, con il suo Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia. Rispetto allo stesso periodo del 2023, fra ottobre e dicembre 2024, per l’industria alimentare crescono sia l’indice della produzione, sia quello del fatturato sul mercato estero e in modo meno marcato sul mercato interno. L’industria delle bevande, invece, registra una diminuzione sia per l’indice della produzione, sia per quello del fatturato sul mercato interno, mentre è in aumento sul mercato estero. Aumentano ancora le esportazioni agroalimentari nel periodo considerato, superando i 18 miliardi verso tutti i principali mercati esteri in particolare, verso gli Stati Uniti, secondo mercato dopo la Germania, e la Polonia. Si incrementano le vendite in valore di quasi tutti i principali comparti di esportazione, in particolare i prodotti dolciari grazie ai netti aumenti verso Germania, Regno Unito e Polonia.
3) Agritech, il 60% degli investimenti è destinato al Vertical Farming: Nonostante il 2024 abbia registrato un calo dell’8% dell’agricoltura 4.0, con una diminuzione degli investimenti su macchinari e attrezzature agricole, i numeri dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano e del Laboratorio Rise dell’Università di Brescia, mostrano che il fatturato Agritech ha raggiunto una dimensione di 2,3 miliardi di euro. In questo settore sta rapidamente guadagnano attenzione il vertical farming, una pratica innovativa nell’agricoltura urbana che promette sostenibilità ed efficienza. Questo metodo consiste nel coltivare in strati verticali e permette di produrre per 365 giorni l’anno colture fresche senza l’uso di pesticidi e certificati nickel-free, utilizzando fino al 95% di acqua e al 98% di suolo in meno rispetto ai metodi tradizionali. Questa tecnica riduce anche la necessità di trasporto di lunga distanza delle colture, migliorando la freschezza dei prodotti e riducendo le emissioni di carbonio associate al trasporto alimentare. Un approccio che potrebbe essere più resistente agli effetti dei cambiamenti climatici e delle calamità naturali, offrendo una sicurezza alimentare migliorata nelle comunità urbane. Al momento, il settore è principalmente focalizzato su ortaggi a foglia piuttosto che ortaggi a frutto, come il pomodoro. Considerando i numeri a livello globale, il vertical farming riporta un’attesa di crescita rapida, stimando di passare dai 7,05 miliardi di dollari (pari a 6,5 miliardi di euro) del 2024 ai 9,8 miliardi di dollari nel 2025, con un incremento di quasi il 40%. In Italia, si stima un +19-20% dal 2024 al 2030. Nel 2023, il valore di mercato stimato è stato di 25 milioni di euro e, in termini di nuovi investimenti privati nel 2024, circa il 60% dei 238 milioni di euro complessivi destinati al settore agri-tech è confluito nel vertical farming. Tuttavia, ci sono sfide da affrontare, come i costi iniziali elevati per l’infrastruttura, l’energia necessaria per sostenere l’ambiente controllato e la manodopera specializzata per continuare ad innovarsi a livello tecnologico.
4) Cresce il volume di import e export di cereali, semi oleosi e farine: Il 2025 si è aperto con un aumento delle importazioni in Italia dei prodotti del settore cereali, semi oleosi e farine proteiche, che hanno registrato un incremento di 38.000 tonnellate nella quantità (+1,8%), rimanendo stabili nei valori (+0,2 milioni di euro). Secondo i dati diffusi da Anacer, Associazione Nazionale Cerealisti, solo a gennaio, sono risultate in aumento le quantità importate in Italia di mais (+13.700 t) e grano tenero (+8.000 t). In calo, invece, gli arrivi di grano duro (-8.700 t) ed orzo (-22.800 t). L’import di farine proteiche ha registrato un +47% nelle quantità e 14,7 milioni di euro nei valori (+31%). Scende del 12% in quantità e di 34 milioni di euro nei valori, l’import dei semi e frutti oleosi. Le importazioni di riso sono aumentate del 49%, pari a circa 6.700 tonnellate. Sempre nel primo mese del 2025, le esportazioni dall’Italia dei prodotti del settore cerealicolo sono aumentate del 6,0% e di 4,1 milioni di Euro nei valori (+0,8%), rispetto allo stesso periodo 2024. In aumento anche le esportazioni dei prodotti trasformati +22% nelle quantità (+22%) e +3,7% nei valori. Aumentano le quantità vendute all’estero anche di paste alimentari (+2,5%), farina di grano tenero (+19%), semola di grano duro (+45%) e riso (+2.900 t considerato nel complesso tra risone, riso lavorato, semigreggio e rotture, pari a +1,8 milioni di euro).