In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con TeleAmbiente: 1) Italia seconda al mondo per export di formaggi; 2) Scatta l’obbligo per gli agricoltori di registrare le giacenze di cereali; 3) Cambiamenti climatici e siccità, l’impatto sull’agricoltura; 4) Festa della Cozza Selvaggia, nel Ravennate escursioni e degustazioni
In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con TeleAmbiente:
1) Italia seconda al mondo per export di formaggi: Cresce nel primo trimestre del 2025 il settore lattiero caseario e l’Italia diventa il secondo esportatore mondiale di formaggi, dopo la Germania. Sono questi i principali dati messi in luce dall’ultimo rapporto di ISMEA. I consumi interni crescono e migliora anche la dinamica dei prezzi all’origine. Sul fronte del commercio estero, nel 2024 l’Italia si è resa protagonista di uno storico sorpasso su Paesi Bassi e Francia, con un record di oltre 5 miliardi. In forte espansione le vendite verso USA e Regno Unito. Le esportazioni del comparto hanno continuato a crescere nel primo trimestre 2025. Anche i consumi domestici registrano segnali positivi: nel periodo gennaio-aprile la spesa delle famiglie per prodotti lattiero-caseari è aumentata del 7%, con una crescita nei volumi trainata da formaggi e yogurt, mentre prosegue il calo degli acquisti di latte alimentare. Riguardo alle prospettive, si rileva una maggiore fiducia tra gli allevatori, sostenuta dalla dinamica dei prezzi. Più cauta invece l’industria di trasformazione, che segnala un lieve calo degli ordini e preoccupazioni legate alla domanda estera e al contesto geopolitico.
2) Scatta l’obbligo per gli agricoltori di registrare le giacenze di cereali: Il mondo agricolo italiano entra in una nuova fase di monitoraggio e trasparenza: Granaio Italia, il sistema telematico nazionale per il censimento delle scorte di cereali, diventa operativo. I primi obblighi per agricoltori e imprese sono già scattati, mentre le sanzioni per mancata comunicazione entreranno in vigore dal 31 luglio 2025, come previsto dal Decreto Milleproroghe. A partire dal trimestre luglio-settembre 2025, gli operatori obbligati – tra cui aziende agricole, cooperative, consorzi, commercianti, importatori e trasformatori di cereali – dovranno registrare al Sian (Sistema informativo agricolo nazionale) il volume totale delle operazioni di carico e scarico per le seguenti colture: frumento duro e tenero, grano segalato, mais, orzo, farro, segale, sorgo, avena, miglio e scagliola. I dati vanno trasmessi entro il 20 ottobre 2025, pena sanzioni. Gli obblighi scattano solo per chi supera, nell’anno solare, determinate soglie minime di movimentazione (ad esempio: oltre 30 tonnellate per il frumento duro, 80 per il mais, 40 per l’orzo). Dal 31 luglio 2025, chi omette la comunicazione sarà soggetto a una sanzione amministrativa da 500 a 2.000 euro. Sanzioni più gravi (fino a 4.000 euro) sono previste per chi non rispetta le modalità di registrazione telematica. I controlli saranno effettuati dall’Icqrf, l’Ispettorato centrale del Ministero dell’Agricoltura.
3) Cambiamenti climatici e siccità, l’impatto sull’agricoltura: Il cambiamento climatico continua a imporsi come una minaccia crescente per l’agricoltura mondiale, con conseguenze drammatiche che si ripercuotono su economie e comunità rurali. Ondate di caldo estremo, siccità prolungate e precipitazioni imprevedibili stanno rapidamente diventando la nuova normalità, esacerbando la vulnerabilità delle colture globali e dei sistemi alimentari. Secondo il Global Drought Outlook dell’Ocse, il 40% delle terre emerse è ora esposto al rischio di siccità, con un aumento significativo nelle ultime decadi. Questa crisi non solo minaccia la sicurezza alimentare, ma ha anche un impatto economico devastante, con costi che potrebbero aumentare del 35% entro il 2035. L’agricoltura, il settore più intensivo nel consumo di acqua dolce, risente particolarmente di questa situazione, con riduzioni delle rese fino al 22% durante gli anni di siccità. Recenti studi, come quello pubblicato su “Nature“, indicano che le rese medie globali di colture fondamentali potrebbero diminuire di oltre l’11% entro la fine del secolo a causa del riscaldamento moderato. Le soluzioni proposte per affrontare questa crisi sono variegate ed urgenti. Il rapporto dell’Ocse raccomanda una transizione verso sistemi d’irrigazione più efficienti, come quelli a goccia, che possono ridurre il consumo di acqua fino al 76% senza compromettere le rese. Inoltre, una riforma della tariffazione dell’acqua è essenziale per riflettere il vero valore ambientale di questa risorsa vitale. A livello europeo, la Commissione ha presentato la Water Resilience Strategy (Strategia di Resilienza Idrica) durante la Green Week, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza idrica del continente del 10% entro il 2030. Questa iniziativa non solo mira a ripristinare la qualità e la quantità delle risorse idriche ma punta anche a stimolare investimenti significativi attraverso la Banca europea per gli investimenti, con un impegno di 15 miliardi di euro per i prossimi tre anni. L’agricoltura, che rappresenta oltre il 50% del consumo idrico in Europa, è al centro di queste strategie. La Politica Agricola Comune sarà fondamentale nel finanziare pratiche sostenibili che promuovano la resilienza climatica e riducano l’impatto ambientale del settore agroalimentare. In conclusione, la crisi climatica impone una riflessione urgente e azioni concrete per proteggere l’agricoltura globale dalle devastazioni della siccità e garantire un futuro sicuro per le generazioni a venire.
4) Festa della Cozza Selvaggia, nel Ravennate escursioni e degustazioni: Torna al Molo Dalmazia l’appuntamento dedicato alla “Cozza Selvaggia di Marina di Ravenna”: si tratta di un mollusco che non viene allevato, ma nasce da banchi selvatici presenti al largo della costa romagnola ancorati alle piattaforme metanifere offshore e agli scogli sottomarini. Tra i momenti clou della Festa della Cozza Selvaggia, un’escursione in motonave verso le piattaforme Eni alla scoperta della metodologia di raccolta delle cozze. Nel corso dell’iniziativa sono state rilasciate in mare, a cura di Cestha, il centro per la tutela degli habitat, le tartarughe marine Miele, Norberto e Chili Pepper, che erano rimaste impigliate nelle reti della pesca a strascico.