Crescono le preoccupazioni per la diffusione della dermatite nodulare contagiosa tra i bovini residenti in Italia. Branda (Università Campus Biomedico di Roma): “Nessun rischio per l’essere umano”.
Crescono le preoccupazioni per la diffusione della dermatite nodulare contagiosa in Italia. Dopo il primo caso in un allevamento in provincia di Nuoro, in Sardegna, il 21 giugno 2025, gli scienziati confermano la presenza della malattia virale solita colpire i bovini anche nelle stalle di Porto Mantovano, vicino a Mantova, in Lombardia, il 25 giugno 2025. Corsa contro il tempo, dunque, per impedire la diffusione della patologia endemica dell’Africa subsahariana arrivata in Europa, attraverso la Turchia, già nel 2015, con episodi registrati soprattutto in Grecia e nella Penisola Balcanica.
“La dermatite nodulare contagiosa conosciuta, almeno a livello internazionale, come Lumpy Skin Disease (LSD), sarebbe sbarcata in Italia dall’Africa del Nord. Qui, non a caso, i bovini detenuti in alcuni allevamenti risultano essere infetti. Ed ecco perché un insetto vettore come una mosca, una zanzara o una zecca avrebbe trasportato il virus da un animale malato del Maghreb a un animale sano in Sardegna. Solitamente i tempi di incubazione della patologia sono tra i quattro e i sette giorni. Sui bovini la dermatite nodulare contagiosa si manifesta con febbre alta accompagnata dalla comparsa di noduli sulla testa, sul collo, sul dorso e sugli arti. Noduli che, tra l’altro, sono dolorosi, perché, ulcerandosi, si infettano“, spiega a Teleambiente il ricercatore di Statistica Medica ed Epidemiologia Molecolare dell’Università Campus Biomedico di Roma, Francesco Branda.
Nel frattempo, i focolai della dermatite nodulare contagiosa, seppur sotto controllo, continuano ad aumentare. Esistono rischi, però, per la salute dell’essere umano?
“L’essere umano non rischia nulla. Sicuramente, però, la Lumpy Skin Disease (LSD) rappresenta un danno economico per l’allevatore, perché l’animale comincia a perdere peso e appetito con un calo significativo della produzione di latte. Fondamentale, a mio parere, adottare semplici misure di prevenzione a causa della mancanza di una terapia antivirale specifica, dall’igienizzazione delle stalle, alla somministrazione di antibiotici al bestiame. Ripeto, però, che, rispetto ad altri virus, si deve stare tranquilli, perché la dermatite nodulare contagiosa, non causando zoonosi, non si trasmette all’essere umano né attraverso il contatto diretto con il bovino malato né attraverso il consumo di carne, formaggio o latte“, conclude lo scienziato.
Dermatite nodulare contagiosa in Italia pic.twitter.com/F4zM1f58Nm
— HACCP System Group (@HACCPSystemG) June 30, 2025