Allevamenti intensivi, arriva una sentenza storica: "Violano i diritti umani"

Allevamenti intensivi, arriva una sentenza storica: “Violano i diritti umani”

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In Galizia, in Spagna, la Corte Suprema sottolinea il legame diretto tra l’inquinamento degli allevamenti intensivi e la violazione del diritto alla salute.

Che gli allevamenti intensivi contribuiscano all’inquinamento del pianeta Terra è cosa nota. Nonostante i continui appelli degli scienziati, però, i governi continuano a non adottare politiche utili a convertire in chiave sostenibile le industrie zootecniche. A sottolineare l’urgenza di un Globo senza più strutture con animali reclusi in spazi angusti, picchiati con bastoni e uccisi in condizioni igienico-sanitarie precarie è ora una sentenza storica.

I fatti. Ad A Limia, in Galizia, in Spagna, gli abitanti condividono la quotidianità con centinaia di allevamenti intensivi di bovini, suini e polli. I liquami degli edifici dell’orrore finiscono nel bacino di Las Conchas. Qui, oltre alla scoperta di altissimi livelli di nitrati e di batteri resistenti agli antibiotici, le acque dell’infrastruttura idrologica costruita sul fiume Limia diventano inutilizzabili per bere, cucinare o lavarsi.

Proprio per questo alcuni cittadini impossibilitati, tra l’altro, ad aprire le finestre a causa dell’aria irrespirabile, cominciano una battaglia legale per dimostrare il legame diretto tra l’inquinamento dell’industria zootecnica e la violazione del diritto alla salute. Nonostante un lungo, lunghissimo, duello a suon di carte bollate, i giudici del Tribunal Superior de Xustiza de Galicia riconoscono le ragioni del gruppo di abitanti supportati dagli ambientalisti. Oltre 20.000 residenti che, attraverso le condanne sia del Governo Regionale sia della Miño-Sil River Basin Authority responsabile della gestione delle risorse idriche, devono ricevere 30.000 euro ciascuno come risarcimento danni.

Una goccia nell’oceano, certo. Eppure, la sentenza che sta facendo il giro del mondo potrebbe aprire nuovi scenari nella lotta alle strutture solite causare la morte di migliaia di persone ogni anno sia nel Vecchio Continente sia nel Nuovo Continente.

Allevamenti intensivi, ecco il documentario “Food for Profit” di Giulia Innocenzi

Si intitola “Food for Profit” il docufilm della giornalista Giulia Innocenzi su contraddizioni e orrori degli allevamenti intensivi in Europa. L’inchiesta realizzata in collaborazione con il regista Pablo D’Ambrosi e con la Lega Antivivisezione (LAV) è stata presentata in anteprima internazionale al Parlamento Europeo nel 2024. Un lavoro durato ben cinque anni tra immagini choccanti e testimonianze sottocopertura per svelare il vero volto dell’industria della carne nel Vecchio Continente. Già, perché l’Unione Europea prima promuove il Green Deal, cioè la transizione ecologica verso un pianeta Terra più sostenibile, e poi finanzia gli allevamenti intensivi con quasi il 20% del suo budget.

Un intreccio tra lobby zootecniche e politica, dunque, ma anche una vera e propria incoerenza soprattutto perché le strutture solite detenere maiali, mucche e polli inquinano, e non poco. Eppure, secondo “Food for Profit”, gli affari, cioè i soldi, sono più importanti del benessere degli animali, della salute umana, della salvezza del Globo. “Tra gli altri Paesi pronti a mostrare l’inchiesta, Australia, Belgio, Lussemburgo, Olanda e Taiwan“, aveva dichiarato a Teleambiente Giulia Innocenzi.

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