Si è da poco concluso il progetto dell’Istituto Casagrande-Cesi di Terni per contrastare fenomeno della dispersione scolastica. Le aree principali di intervento sono state 4: percorsi di mentoring e orientamento, di potenziamento delle competenze di base, di orientamento per le famiglie e percorsi formativi laboratoriali co-curricolari
All’istituto tecnico, economico e professionale per i servizi Casagrande-Cesi di Terni, si è da poco concluso un progetto per ridurre il fenomeno della dispersione scolastica, e per favorire l’inclusione ed il successo formativo degli studenti più fragili, con iniziative specifiche di mentoring, counseling e orientamento attivo.
La mission è stata quella di potenziare le competenze di base e contrastare la dispersione scolastica, tramite un approccio globale e integrato che valorizzi la motivazione e i talenti, migliorando l’approccio inclusivo della didattica curricolare ed extracurricolare in un’ottica di personalizzazione dell’apprendimento.
A Teleambiente i dettagli sono stati illustrati dalla dirigente scolastica dell’Istituto Prof. ssa Marina Marini
“A fine dicembre – ha detto la dirigente dell’istituto Casagrande-Cesi, Prof.ssa Marina Marini – abbiamo concluso tutte le attività inerenti il progetto ‘in not out’, questo progetto ha lavorato e ha mirato su alcuni aspetti proprio per contrastare il più possibile la dispersione scolastica e la fragilità degli apprendimenti scolastici”.
“La nostra scuola – ha evidenziato la prof. ssa Marina Marini – è una realtà molto complessa con 1000 sfaccettature e ci sono anche dei ragazzi cosiddetti Drop-out che lasciano la scuola alla fine dell’obbligo scolastico, quindi grazie proprio a quest’azione, finanziata con un importo estremamente importante, 251 mila euro, siamo riusciti a coinvolgere il più possibile non solo gli studenti ma anche le famiglie”.
“Infatti – ha spiegato la prof.ssa Marini – il nostro progetto si è snodato su quattro aree principali. C’ è stato quello relativo alle competenze di base, quindi con dei corsi estremamente motivanti di italiano, italiano come L2, matematica, inglese ed economia aziendale, per poi passare a quelli che sono i cosiddetti ‘laboratori co-curricolari’ noi abbiamo dato questo titolo ‘for labs’ perché siamo andati ad approfondire alcuni aspetti non solo curricolari, ma anche e soprattutto extra curricolari”.
“Per esempio – ha ricordato – il laboratorio di teatro, i laboratori di cucina capovolta e poi ci sono stati laboratori di economia aziendale, quindi abbiamo capovolto quello che era il tradizionale assetto della classe”
“Poi – ha aggiunto Marina Marini – siamo passati a dei laboratori di orientamento per le famiglie e anche questo ha avuto un grosso successo. Noi all’inizio non pensavamo però, anche i genitori hanno bisogno di essere coinvolti nella vita scolastica dei loro figli”.
“’Last but not least’ – ha continuato Marini – ovviamente il ‘progetto mentorship’: in questo progetto, in un rapporto uno a uno, abbiamo coperto con i finanziamenti stanziati, all’incirca 128 mentoring. Cosa significa? In un rapporto privilegiato, i nostri docenti, ovviamente chi aveva fatto domanda per essere un mentor, avendo determinate caratteristiche, hanno supportato i ragazzi nelle loro fragilità, non solo a livello emotivo e motivazionale, ma anche per quanto riguarda alcuni apprendimenti e alcune materie dove loro erano più carenti”.
“Alla fine di questo percorso – ha ribadito la prof.ssa Marina Marini – su questi due anni, posso dire grazie, che ben vengano questi fondi perché sono sicuramente di supporto alla nostra azione didattica, perché hanno un approccio diverso e complementare da quello che è la didattica vera e propria ed abbiamo riempito le nostre aule”.
“La nostra scuola – ha concluso Marina Marini a Teleambiente – è stata aperta dalle otto di mattina alle otto di sera, e questo per noi è il traguardo più importante”.