Vino, export, gelato, pizza, birra – Agrifood Magazine

Tabella dei Contenuti

In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Vino, nuove risorse per la promozione nei mercati esteri; 2) Il gelato del futuro sarà sostenibile, salutare e su misura; 3) La pizza costa sempre di più; 4) Consumi di birra in calo, cresce il segmento no alcol

In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress:

1) Vino, nuove risorse per la promozione nei mercati esteri: Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha messo a disposizione risorse per un totale di 98 milioni con la pubblicazione del nuovo avviso relativo alla misura Ocm, Organizzazione Comune di Mercato, finanziata con fondi comunitari, che mira a supportare la promozione del vino nei Paesi al di fuori dell’Unione europea. Per la prima volta, tutto il procedimento, dalla configurazione della campagna alla valutazione dei progetti, sarà gestito tramite una piattaforma digitale, semplificando l’accesso per gli operatori. È stato inoltre introdotto un tariffario per cinque mercati strategici, Stati Uniti, Cina, Canada, Svizzera e Regno Unito, eliminando l’obbligo di presentare tre preventivi da fornitori esteri. Nuove regole di flessibilità operativa permettono di adattare le attività promozionali alle specificità di ogni mercato, anche in presenza di monopoli di Stato, riducendo gli oneri burocratici e rispondendo meglio alle esigenze del settore vitivinicolo. Il ministro Francesco Lollobrigida sottolinea che se oggi è ancora possibile promuovere il vino è “grazie a Nazioni come l’Italia, che si sono battute per non demonizzarlo. Il vino non è un nemico: fa parte della nostra cultura da millenni. È l’abuso a nuocere, non il consumo consapevole“.

2) Il gelato del futuro sarà sostenibile, salutare e su misura: Il gelato, da sempre considerato il comfort food per eccellenza, si evolve con gli anni. I gusti sono in costante evoluzione. Oggi vediamo nuove combinazioni di sapori e tecniche innovative. Se il 56,3% degli italiani vorrebbe riscoprire i sapori dell’infanzia, magari rivisitati in chiave moderna, il 54,3% guarda invece a culture alimentari lontane. Cresce, infatti, la curiosità per variante inedite: dal gelato salato o da aperitivo che richiami il sapore dei cocktail più famosi, (50%) persino a gusti personalizzati ispirati all’umore del momento (21,3%). Lo rivela l’indagine “Il Gelato del Futuro”, condotta da AstraRicerche per l’Istituto del Gelato Italiano. Ma come sarà il gelato del futuro? Secondo la ricerca, condotta su un campione di 1.013 italiani tra i 18 e i 65 anni, il gelato del futuro dovrà essere sempre più salutare, personalizzato e sostenibile. Per il 68,1% degli intervistati, infatti, il gelato di domani dovrà essere confezionato in un imballaggio 100% biodegradabile, mentre il 66,8% chiede una produzione attenta allo spreco alimentare, magari recuperando ingredienti da altri processi. Cresce anche l’attenzione verso le materie prime: il 61,9% auspica l’uso esclusivo di ingredienti biologici, mentre il 68,8% preferisce prodotti con materie prime provenienti da allevamenti certificati e sostenibili. L’analisi rivela poi che il 53,7% degli intervistati sogna un gelato che non si sciolga subito, mentre il 49,6% vorrebbe un prodotto su misura, da configurare in base ai gusti personali, ai bisogni nutrizionali o allo stile di vita. Il 36,3%, poi, è affascinato dalle forme originali ottenute con la stampa 3D, mentre il 54,3% si dice pronto a provare un gelato disidratato che non richiede il freezer per la conservazione. Inoltre, il 62,1% degli italiani immagina un gelato arricchito con vitamine, fibre e fermenti lattici, capace di contribuire all’equilibrio dell’organismo. Ma a cambiare non sono solo i gusti, ma anche le preferenze sui formati: “piacciono sempre di più quelli “smart” e pratici — snack, mini porzioni, coni e biscotti in versione mini — ideali per una pausa veloce (54,7%)”. In un mondo in costante evoluzione, cambia anche il luogo del consumo: il 50% sogna spazi dedicati alla degustazione di gelati confezionati, il 22,8% degli intervistati visiterebbe volentieri veri e propri musei del gelato, mentre il 21,3% immagina cabine immersive dotate di algoritmi capaci di suggerire il gelato perfetto sulla base di emozioni e parametri fisici.

3) La pizza costa sempre di più: Aumenta il costo della pizza in Italia. Il prezzo di un pasto in pizzeria è salito del 18% negli ultimi sei anni, attestandosi a una media di 12 euro a persona. La margherita è la più consumata. Lo afferma il Centro di formazione e ricerca sui consumi, che ha realizzato una indagine sui listini dell’alimento tipico del Made in Italy conosciuto in tutto il mondo. Analizzando i dati Istat, si scopre che la pizza più costosa d’Italia è quella servita a Reggio Emilia, dove il prezzo medio di un pasto che include una pizza e una bevanda si attesta a 17 euro. Al secondo posto si piazza Siena, seguita da Macerata. Sul lato opposto della classifica, la città con la pizza più economica è Livorno, con un costo medio di 8 euro a pasto, preceduta da Reggio Calabria, Pescara e Catanzaro, uniche province con una spesa inferiore ai 10 euro a consumazione. Il Centro di formazione e ricerca sui consumi spiega che prima la pandemia Covid, poi il caro-energia, hanno determinato una crescita dei costi. In un secondo tempo la guerra in Ucraina e la crisi di alcune materie prime, a partire da farina e olio utilizzati per la preparazione della pizza, hanno causato ulteriori rialzi dei listini al pubblico che non sono rientrati.

4) Consumi di birra in calo, cresce il segmento no alcol: Come il settore del vino, anche quello della birra sta vivendo un periodo di difficoltà. Nel 2024, il comparto si è trovato a fare i conti con un contesto di aumento generale dei prezzi e dell’inflazione, registrando una flessione nei consumi e nella produzione, anche se più lieve rispetto al 2023. Decrescita più marcata, invece per import ed export, con una conseguente crescita della birra prodotta e venduta in Italia. A offrire una fotografia aggiornata del comparto è l’Annual Report 2024 di AssoBirra, l’Associazione di riferimento per il settore birrario italiano. Secondo il Report, nel 2024 la produzione di birra in Italia ha raggiunto 17,2 milioni di ettolitri, registrando una contrazione più contenuta rispetto ai 17,4 milioni di ettolitri del 2023. I consumi, invece, si sono attestati a 21,5 milioni di ettolitri, in lieve calo del 1,54% rispetto all’anno precedente. L’import di birra ha registrato una flessione del 4,95% rispetto all’anno precedente, pari a 400 mila ettolitri. La Germania rimane il principale Paese di origine dell’import, con il 44,7% del totale delle importazioni, seguita da Belgio (seppur con una quota in calo, scesa all’ 11,6%), Polonia (11,4%) e Paesi Bassi (8,8%). Tra i Paesi non comunitari, che rappresentano oggi il 2,7% del totale dell’import, il maggior esportatore verso l’Italia è il Regno Unito, con circa 103.004 ettolitri. Anche l’export mostra un aggregato inferiore a quello del 2023 (3,3 milioni di hl nel 2024, con un   -7,82% rispetto ai 3,6 dell’anno precedente). Nella distribuzione dell’export si rileva un leggero calo della quota verso il Regno Unito (41,5% nel 2024 rispetto al 43,9% del 2023), con una contrazione in volume di circa 205.000 ettolitri. In crescita invece le esportazioni verso Albania (+27%), Paesi Bassi (+6,6%), e soprattutto Stati Uniti, con un incremento del 12,7%. In questo contesto, c’è però un segmento che cresce. Quello delle birre analcoliche e a basso contenuto alcolico che rappresentano un segmento dinamico, capace di rispondere alle nuove esigenze dei consumatori orientati verso stili di vita più salutari e consapevoli. Nel 2024 le birre low e no alcol hanno rappresentato il 2,11% del totale dei consumi, in aumento del 13,4% rispetto all’1,86% del 2023, segnando un trend positivo costante a partire dal 2020.

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