“Il degrado del suolo causato dall’uomo interessa almeno 1,6 miliardi di ettari in tutto il mondo, con ripercussioni dirette su 3,2 miliardi di persone.” Parte da questi numeri il Wwf che lancia un appello nella giornata mondiale contro la desertificazione e la siccità.
Se è chiaro quali azioni possono contrastare il fenomeno, denuncia l’associazione animalista, manca la volontà politica per evitare che la Terra si trasformi in un pianeta inospitale per gli esseri umani.
Abbattere le emissioni climalteranti, attuare i piani di adattamento al cambiamento climatico, ripristinare gli ambienti naturali degradati, fermare il consumo di suolo, gestire l’acqua attraverso politiche di risparmio, sono le principali azioni capaci di fermare e in alcuni casi far regredire il processo di desertificazione in atto in molte parti del mondo. Basti pensare che a metà maggio 2025 il 40% del territorio europeo risultava colpito da questo fenomeno.
La desertificazione non azzera soltanto le possibilità di coltivare il suolo ma genera un aggravamento della povertà, danni alla salute, insicurezza alimentare, scarsità d’acqua e facilita le catastrofi naturali.
Oggi è la Giornata mondiale contro la desertificazione e la siccità.
Un’emergenza che riguarda tutta l’Europa e in particolare alcune regioni italiane come la Sicilia.
Per questo chiediamo ai governi di agire: le soluzioni esistono, ma serve cooperazionehttps://t.co/5MderxgAZe
— wwfitalia (@WWFitalia) June 17, 2025
L’Italia non sfugge a questa tendenza. Nel nostro paese, denuncia il Wwf su dati Ispra, la disponibilità d’acqua, infatti, si è ridotta del 19% nell’ultimo trentennio rispetto al precedente e i consumi su molti settori sono aumentati; è quindi indispensabile ripensare la ripartizione della risorsa nei diversi settori e avviare politiche di risparmio, prevenzione, manutenzione delle infrastrutture idriche. Tra le regioni quella a maggiore rischio siccità è la Sicilia che è anche, in parte, a rischio desertificazione.