Fino a venerdì 27 giugno Norcia (Pg) ospita una summer school di alta formazione con 25 giovani ricercatori selezionati da tutto il mondo, in cui si sta approfondendo il tema dell’Ai legata alla rigenerazione urbana. L’iniziativa è inserita nel progetto Fenice per l’internazionalizzazione e la promozione del territorio finalizzata a una rinascita culturale
In Umbria a Norcia, hanno preso il via cinque giorni di alta formazione gratuita su temi legati a machine learning, data science e ottimizzazione computazionale a cui partecipano 25 giovani ricercatori selezionati tra università italiane e internazionali, tra cui New York University, Hong Kong Baptist University e Swansea University.
Fino a venerdì 27 giugno, il Digipass della cittadina della Valnerina ospita la DataSLO (Science, Learning & Optimization) summer school, un programma intensivo di formazione avanzata sull’intelligenza artificiale, promosso dall’Università per stranieri di Perugia nell’ambito del progetto Fenice, in collaborazione con il Comune di Norcia, la Camera di Commercio dell’Umbria e la Scuola umbra di amministrazione pubblica, nel quadro di una strategia di rigenerazione territoriale che coinvolge istituzioni accademiche, enti pubblici e comunità locali.
Un’esperienza immersiva, non solo accademica, che comprende attività pratiche, di team building ed escursioni guidate, oltre a vitto, alloggio e trasferimenti.
La summer school, inoltre, portando a Norcia studenti e docenti da quattro continenti (Africa, America, Asia ed Europa), contribuisce anche a generare un impatto diretto sull’economia locale per la costruzione di una microeconomia che integra turismo, cultura e formazione.
Il commento del sindaco di Norcia, Giuliano Boccanera: “Questo è un progetto della durata di tre anni ed è finalizzato a far conoscere l’identità e la cultura nursina a tutto il mondo”.
“Verranno fatti una serie di incontri e seminari – ha spiegato il sindaco Boccanera – che coinvolgeranno non solo ragazzi umbri, di Norcia, ma anche stranieri. Questa iniziativa, come il progetto Fenice di cui fa parte, è finalizzata al rilancio della nostra comunità dopo gli eventi sismici del 2016. Siamo la terra di san Benedetto, patrono d’Europa, perciò guardiamo oltre i confini nazionali”.
“La città – ha evidenziato Giuliano Boccanera – è diventata negli anni un laboratorio di sperimentazione sociale e culturale, grazie a un processo di ricostruzione che non si è limitato agli aspetti edilizi, ma ha coinvolto le dimensioni economiche e identitarie della comunità, perché il progetto Fenice è un progetto a lungo termine”.
“Abbiamo assunto anche quattro giovani di Norcia – ha ricordato il sindaco – che fanno i tutor alle persone che vengono da fuori ed è un modo per far crescere culturalmente la nostra città”.
Alle parole del primo cittadino Boccanera sono seguite quelle della professoressa Chiara Biscarini, coordinatore scientifico del progetto Fenice
“Il progetto Fenice – ha sottolineato la professoressa Biscarini – è molto ampio. È finanziato dal Ministero della Coesione, ad oggi coordinato dalla Presidenza del Consiglio e l’Università per stranieri è capofila in coordinamento con il Comune di Norcia, Camera di Commercio dell’Umbria e Scuola umbra di amministrazione pubblica”.
“Questo team – ha riferito Chiara Biscarini – ha avuto l’obiettivo di generare una serie di attività di formazione nel territorio, ma anche di ricerca, per creare una rigenerazione che non fosse solo architettonica, strutturale e ingegneristica di questi luoghi vulnerati dal sisma, ma che fosse di rinascita culturale”.
“Portare nuovi volti – ha aggiunto – persone dall’estero, internazionalizzare questo territorio in maniera colta e raffinata, era uno degli obiettivi del progetto. Così la DataSLO summer school ospita ricercatori e docenti di fama internazionale che provengono da università partner e sono stati selezionati tramite dei bandi”.
“Quest’area – ha osservato ancora Chiara Biscarini – è una grande opportunità di studio. Questo luogo concilia il pensare e queste colline che in qualche modo sembrano essere antitetiche alla tecnologia e alla contemporaneità, saranno invece la perfetta collocazione di queste riflessioni intensive e di come possono gli algoritmi evolutivi essere di aiuto e di supporto alla rigenerazione urbana, alla ricostruzione, in un grande laboratorio di ricerca”.
“Non è il progetto ad essere d’aiuto – ha concluso la professoressa Chiara Biscarini – ma è il luogo che aiuta noi. È un grande laboratorio di ricerca e di ricostruzione a cielo aperto ed in scala naturale”.
I dati
Il progetto Fenice ha già prodotto risultati significativi.
Secondo i dati diffusi a maggio, la Valnerina rispetto al 2017, ha registrato un incremento dell’occupazione del 6,8%, una crescita del 45% delle società di capitali in dieci anni, un aumento del valore della produzione del 40% e un triplicarsi del Return on equity (Roe).
In questo contesto, l’intelligenza artificiale non è soltanto un ambito di studio, ma diventa strumento operativo di trasformazione.