Non appena il Testo per abolire la caccia in Italia sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, gli attivisti per i diritti degli animali proveranno a raccogliere almeno 50.000 firme in sei mesi per arrivare in Parlamento.
Una proposta di legge di iniziativa popolare per abolire la caccia in Italia. A presentarla alla Corte di Cassazione, a Roma, nel Lazio, sono stati gli Animalisti Italiani, l’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA), la Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC), la Lega Antivivisezione (LAV), la LNDC Animal Protection e l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (OIPA).
Non appena il Testo sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, gli attivisti per i diritti degli animali proveranno a raccogliere almeno 50.000 firme in sei mesi per arrivare in Parlamento. Attraverso l’accesso sul sito del Ministero della Giustizia, ogni cittadino dotato di SPID o di Carta d’Identità Elettronica (CIE) potrà sottoscrivere il provvedimento. Tra le norme volute dagli ecologisti, anche l’aumento delle Aree Naturali Protette, il rafforzamento della tutela dei grandi carnivori, dai lupi agli orsi, soprattutto in Trentino-Alto Adige, e lo stop all’utilizzo dei fucili nelle proprietà private.
“Faremo il possibile, affinché la democrazia prevalga sull’arroganza dei cacciatori e dei loro politici di riferimento disposti a svendere la vita della fauna selvatica come merce di scambio elettorale“, hanno sottolineato gli ambientalisti.
Nel frattempo, l’Esecutivo di centro-destra ha presentato al Senato della Repubblica il disegno di legge sulla caccia voluto dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. Tra i punti considerati più controversi del provvedimento, l’aumento delle specie animali cacciabili senza basi scientifiche, la trasformazione di alcuni scrigni di biodiversità in aree venatorie e l’utilizzo delle doppiette in territori demaniali, dalle foreste alle spiagge, fino alle dune, anche in ore notturne, con seri rischi per la sicurezza di ciclisti, escursionisti e villeggianti.
Uniti contro la caccia! Se il Disegno diventa Legge la vita degli animali selvatici sarà sempre più a rischio. Raccogliamo 50mila firma entro 6 mesi con la proposta per Legge di iniziativa popolare depositata oggi per dire stop alla cacciahttps://t.co/OjomuhpIbO pic.twitter.com/Wd34hByHyj
— LAV (@LAV_Italia) June 23, 2025
Abolizione della caccia, ecco il Magazine di Teleambiente
16 dicembre 2024. A Quartucciu, vicino a Cagliari, in Sardegna, due uomini muoiono durante una battuta di caccia al cinghiale. A recuperare i due cadaveri sono i carabinieri dopo avere perlustrato i boschi. Le vittime si chiamano Giacomo Desogus e Matthias Steri, hanno 28 anni e 27 anni, e sono amici di infanzia. Secondo la prima ricostruzione, il cacciatore più giovane avrebbe sparato – per errore – al cacciatore più anziano. Quest’ultimo, che avrebbe ricevuto un colpo di arma da fuoco alla nuca, sarebbe deceduto sul colpo. E così, forse in preda al panico, l’uomo sopravvissuto si sarebbe ammazzato. Proprio per questo l’ipotesi più plausibile sarebbe una battuta di caccia al cinghiale finita nel peggiore dei modi.
L’ennesima tragedia che apre un dibattito pubblico sull’attività venatoria regolamentata in Italia dalla Legge numero 157 dell’11 febbraio 1992. Ma quali sono i principi di questa normativa? Come può lo Stato Italiano tutelare la natura, attraverso l’articolo 9 della Costituzione, e ammettere l’uccisione degli animali, attraverso i fucili? Qual è l’identikit del cacciatore residente nello Stivale? Quali conseguenze può portare la mattanza del lupo dopo l’ok dell’Unione Europea al declassamento del suo status di protezione? A rispondere a queste e altre domande nel Magazine di Teleambiente dedicato alla caccia in Italia sono Domenico Aiello, Responsabile Tutela Giuridica della Natura per il WWF Italia, e il deputato di Europa Verde, Devis Dori.