PFAS, l'esposizione prenatale aumenta l'ipertensione in adolescenza

PFAS, l’esposizione prenatale aumenta l’ipertensione in adolescenza

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L’esposizione prenatale ai PFAS può aumentare la pressione sanguigna durante l’adolescenza. I ricercatori: “I potenziali effetti di queste sostanze potrebbero manifestarsi a distanza di anni dalla nascita”

Dagli Stati Uniti arriva un nuovo allarme sui danni dell’esposizione ai PFAS, i cosiddetti inquinanti eterni. Questa volta, l’attenzione degli scienziati è rivolta ai bambini e alla probabilità che le sostanze per-e polifluoroalchiliche possano aumentare la pressione sanguigna durante l’adolescenza.

Il risultato è emerso da uno studio, pubblicato sul Journal of the American Heart Association e presentato durante la conferenza della Society for Epidemiologic Research (Ser), condotto dagli scienziati della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora.

Secondo la ricerca, i bambini esposti ai PFAS prima della nascita presentavano una pressione sanguigna più elevata durante l’adolescenza.

Questo è uno dei primi studi sull’associazione tra l’esposizione prenatale a sostanze chimiche pericolose per la vita e la pressione sanguigna dei figli dalla prima infanzia all’adolescenza, in una popolazione eterogenea dal punto di vista etnico. Lo studio ha valutato le associazioni tra l’esposizione prenatale a PFAS e la pressione sanguigna in base alla fase di vita del bambino, al sesso e all’etnia della madre.

Il team di scienziati ha valutato la correlazione tra l’esposizione prenatale a specifiche sostanze chimiche e gli effetti sulla pressione nel corso degli anni.

Il nostro studio dimostra che l’esposizione prenatale ai PFAS è associata a un aumento della pressione sanguigna più avanti nell’infanzia, soprattutto durante l’adolescenza“, ha affermato Zeyu Li, MSPH, autore principale e ricercatore laureato presso la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora. “Questo suggerisce che queste sostanze chimiche persistenti possono avere effetti duraturi e potenzialmente dannosi, che potrebbero manifestarsi solo anni dopo la nascita“.

L’esposizione ai PFAS – composti chimici ampiamente utilizzati nell’industria – avviene principalmente attraverso l’acqua potabile, gli alimenti e i loro imballaggi, tramite tessuti, tappeti, prodotti per la casa (padelle in teflon) e l’igiene della persona (come cosmetici e carta igienica).

I ricercatori hanno seguito 1.094 bambini della Boston Birth Cohort per circa 12 anni, analizzando più di 13mila misurazioni della pressione sanguigna effettuate durante le visite pediatriche di routine. Dall’analisi è emerso che chi era stato maggiormente esposto ai PFAS prima della nascita, tra i 13 e i 18 anni mostrava una pressione sanguigna più alta dell’1,39 – 2,78% e dell’1,22-2,54% rispettivamente per la massima e la minima.

I risultati della ricerca statunitense confermano per l’ennesima volta l’urgenza di porre fine all’inquinamento da PFAS attraverso interventi della politica e delle istituzioni. Anche in Italia, il problema degli inquinanti eterni tocca centinaia di migliaia di persone – specialmente nel Nord Italia – che da anni sono esposte a questi composti chimici. Associazioni ambientaliste come Greenpeace e comunità di cittadini come Mamme No PFAS, lottano da anni affinché vengano messe al bando le sostanze chimiche “eterne”.

Un messaggio che emerge anche da questo studio, che sottolinea la necessità di una tutela maggiore. “I nostri risultati – conclude Mingyu Zhang, della Harvard Medical School – rafforzano la necessità di una maggiore tutela. Ridurre l’esposizione ai PFAS, soprattutto durante la gravidanza e nei bambini, richiede un’azione mirata e coordinata”.

Il problema dell’inquinamento da PFAS su salute e ambiente

Il gruppo di sostanze chimiche denominate PFAS è molto vasto e non di tutte queste molecole si conoscono gli effetti su ambiente e salute. Ciò che è noto è che gli inquinanti eterni sono così definiti per un motivo: si accumulano nell’ambiente. Ciò comporta l’inquinamento di terreni e acqua, che finiscono per alterare gli ecosistemi e per contaminare anche l’organismo umano. Ma quali sono gli effetti per la salute?

Nel corso degli anni, numerosi studi hanno portato alla definizione dei PFAS, da parte dell’IARC, come sostanze “cancerogene per l’uomo”, riferendosi in particolare ai PFOA.

L’esposizione a queste sostanze infatti, può causare gravi danni alla salute. Essendo degli interferenti endocrini, i PFAS sono correlati al rischio di contrarre alcune forme di cancro femminile (utero, ovaie, seno). Sono poi associati al rischio di tumori ai testicoli, ai reni, a danni alla fertilità e possono favorire alti livelli di colesterolo.

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