Vino, export, PMI, Made in Italy, produzione – Agrifood Magazine

Tabella dei Contenuti

In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Il vino traina l’export degli alcolici europei; 2) Agroalimentare, sostenibilità cruciale per la competitività delle Pmi; 3) Il Made in Italy in Giappone vale 1,9 miliardi di euro; 4) Frutta e verdura, cresce la produzione e calano i prezzi

In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress:

1) Il vino traina l’export degli alcolici europei: Nel 2024 le esportazioni di bevande alcoliche dall’Unione Europea hanno raggiunto un valore complessivo di 29 miliardi di euro, segnando un incremento dell’11% rispetto al 2019. E’ quanto rileva Eurostat. La Francia è stata di gran lunga il principale esportatore di bevande alcoliche verso Paesi al di fuori dell’Ue per un totale di 12 miliardi. Al secondo posto c’è l’Italia, con 6 miliardi, seguita da Spagna e Paesi Bassi. Nel complesso, il vino continua a dominare l’export europeo, rappresentando il 56% del valore totale, pari a 17 miliardi. Seguono i distillati, i liquori e la birra. L’anno scorso gli Stati Uniti sono stati la principale destinazione delle bevande alcoliche del l’UE, con importazioni per 9 miliardi di euro, equivalenti al 30% del totale esportato. Più della metà di questo valore, riguarda il vino. Il Regno Unito rappresenta il secondo partner commerciale dell’UE nel settore.

2) Agroalimentare, sostenibilità cruciale per la competitività delle Pmi: La sostenibilità può essere uno stimolo per la crescita e la competitività delle piccole e medie aziende dell’agroalimentare, settore fondamentale per il Made in Italy. Se ne è parlato a Milano, in occasione del “Global Summit” sul tema organizzato da Gambero Rosso in partnership con Intesa Sanpaolo.

3) Il Made in Italy in Giappone vale 1,9 miliardi di euro: Con un valore di 1,9 miliardi di euro, in crescita del +14% su base annua, il Giappone si conferma l’undicesimo mercato di destinazione per i prodotti agroalimentari italiani. L’agroalimentare Made in Italy, infatti, rappresenta oggi il 24% del totale delle esportazioni italiane verso il Giappone, che vale 8,2 miliardi di euro (+2,5%). Determinante il ruolo delle Indicazioni Geografiche con i vini DOP e IGP che rappresentano il 73% dei volumi esportati e l’82% del valore. Lo rende noto Ismea – l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, nel corso del convegno “Indicazioni Geografiche: un ponte tra Italia e Giappone, organizzato nell’ambito della settimana dell’agricoltura dell’Expo di Osaka, promosso dalla Fondazione Qualivita e da Origin Italia, con il supporto del Masaf. Nei formaggi, le Indicazioni Geografiche valgono il 50% del valore totale esportato, con una crescita significativa del Grana Padano DOP e del Parmigiano Reggiano DOP, che ha visto una crescita del 19% in valore e del 235 in volume. Dati che confermano l’interesse dei consumatori giapponesi verso prodotti ad alta qualità certificata. L’evento è stato anche un momento di confronto bilaterale di alto livello tra rappresentanti istituzionali e del sistema produttivo dei due Paesi sul tema della tutela e valorizzazione delle Indicazioni Geografiche (IG). Negli anni, infatti, l’Italia e il Giappone, due Paesi entrambi fortemente impegnati nella protezione della qualità agroalimentare, hanno avviato un proficuo scambio di buone pratiche che ha contribuito allo sviluppo di sistemi di governance solidi e coerenti con l’Accordo di Partenariato Economico (EPA) UE-Giappone, entrato in vigore il 1° febbraio 2019. Questo accordo garantisce un elevato livello di protezione ad oltre 260 IG europee, inclusi prodotti simbolo del Made in Italy come il Parmigiano Reggiano DOP, il Grana Padano DOP, il Prosciutto di Parma DOP, il Gorgonzola DOP e l’Aceto Balsamico di Modena IGP.

4) Frutta e verdura, cresce la produzione e calano i prezzi: Con l’arrivo della stagione estiva, le tavole degli italiani si arricchiscono di frutta fresca e ortaggi. Cresce, infatti, la richiesta con i prezzi all’ingrosso che stanno scendendo grazie all’aumento della produzione. Lo fa sapere La Borsa della Spesa, un servizio informativo settimanale curato da BMTI e Italmercati in collaborazione con Consumerismo No Profit. Borsa Merci Telematica Italiana. Uno strumento che si propone di aiutare i consumatori a fare acquisti consapevoli, scegliendo i migliori prodotti stagionali in base alla loro convenienza, la qualità e la disponibilità nei mercati. Ottima qualità per meloni e angurie, grazie al clima caldo nelle zone di produzione, principalmente Sicilia e Lazio. Sono in calo, invece, le fragole del Sud Italia, verso la fine della loro produzione. Al contrario, le prime fragole del Trentino toccano ancora 6,00 euro/kg. Produzione limitata per le ciliegie pugliesi a causa delle gelate primaverili. Sul fronte degli ortaggi, si riscontra una forte disponibilità di pomodori rossi, con la produzione laziale che si aggiunge a quella siciliana. Cetrioli abbondanti, grazie al clima ancora non troppo caldo con prezzi convenienti. Prezzi bassi anche per le Zucchine grazie all’alta produzione. Ottima offerta anche per i fagioli raccolti a mano dal Centro-Sud e finocchi. Dopo un 2024 caratterizzato da una sostanziale stabilità, il primo trimestre 2025 evidenzia una inversione di tendenza. Secondo i dati di CSO Italy – Centro Servizi Ortofrutticoli, la frutta segna un +1% a volume e un +6% a valore, mentre gli ortaggi mostrano una dinamica ancora più vivace con +4% di volumi e +5% in termini di spesa. Nel primo trimestre, il consumo medio per famiglia si è attestato su 49kg di ortofrutta, stabile rispetto all’anno precedente ma ancora inferiore al periodo pre-pandemico. La spesa media, invece, ha raggiunto i 120 euro, con un incremento del 3%. A livello territoriale, CSO Italy osserva una maggiore dinamicità nelle macro aree del Centro e Sud Italia, mentre nel Nord Ovest ed Est si registrano ancora contrazioni, sia nei volumi acquistati sia nella spesa media per famiglia.

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