Dal nuovo report dell’ONG Générations Futures dati preoccupanti sulla contaminazione da PFAS negli alimenti in Ue: pesce, interiora, molluschi, uova e crostacei contengono almeno 1 dei 4 PFAS regolamentati dalle normative europee.
“Noi siamo ciò che mangiamo”, diceva il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach. L’alimentazione è un pilastro fondamentale della nostra salute ed è strettamente connessa con l’ambiente in cui viviamo. Un ambiente che è sempre più inquinato e finisce per contaminare anche gli alimenti, specialmente con sostanze chimiche pericolose come i PFAS.
Nel report appena pubblicato dall’ONG Générations Futures, i cosiddetti inquinanti eterni sono protagonisti della contaminazione del cibo consumato in Europa.
L’organizzazione non governativa che agisce per contrastare l’utilizzo improprio di pesticidi e sostanze chimiche ha raccolto dati e le analisi ufficiali disponibili per l’anno 2023 di alcuni Paesi europei: Francia, Germania, Paesi Bassi e Danimarca. Dalle indagini è emerso che la normativa europea prevede il monitoraggio solo di 3 (PFOS, PFOA, PFHxS) delle migliaia di PFAS esistenti e che solo 4 (PFOS, PFOA, PFNA e PFHxS) sono regolamentati da limiti normativi, applicati solo ad alcuni alimenti (carne, pesce, crostacei, molluschi e uova).
Générations Futures, sulla base dei dati richiesti all’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA), ha riscontrato che il 69% del pesce, il 55% delle interiora, il 55% dei molluschi, il 39% delle uova, il 27% dei crostacei, il 23% del latte e il 14% della carne contengono almeno 1 dei 4 PFAS regolamentati.
Tra questi, ad essere maggiormente presente è il PFOS (63%). Inoltre, l’ONG ha rilevato anche altri 7 PFAS non regolamentati presenti nelle interiora, nel pesce, nelle uova.
Gli alimenti meno contaminati risultano carne di pollame, frutta e verdura, anche se in queste ultime un report del 2024 aveva riscontrato comunque un aumento del 220% delle tracce di PFAS in Ue.
Alla luce di quanto emerso nel report, l’ONG ha chiesto l’estensione del controllo degli inquinanti eterni sugli alimenti, segnalando l’incoerenza normativa nella regolamentazione Ue, che non pone dei limiti al contenuto di PFAS in frutta, verdura, cereali e latticini, che “rappresentano una parte importante della nostra dieta”. L’attenzione è stata posta anche sugli alimenti per neonati e bambini piccoli – anche questi senza limiti normativi – che “sono gruppi particolarmente vulnerabili”.
Inoltre, le soglie per i 4 PFAS regolamentati, secondo Générations Futures, sono state fissate “a livelli sufficientemente elevati da garantire il ritiro dal mercato di pochissimi prodotti, tutelando così gli interessi economici dei settori. Di conseguenza, i livelli massimi consentiti rappresentano un rischio molto significativo per i consumatori di superare la dose settimanale tollerabile (TWI) stabilita dall’EFSA nel 2020”.
Inquinamento da PFAS, le misure da adottare per gli alimenti
L’ONG ha elencato anche le misure da adottare – rivolgendosi in particolare alla Francia – affinché venga limitata la presenza degli inquinanti eterni negli alimenti, tra cui: arrestare le emissioni alla fonte, vietando il rilascio di PFAS nell’ambiente; sostenere restrizioni universali; rafforzare la sorveglianza alimentare, estendendola a tutti gli alimenti; rivedere i limiti normativi affinché garantiscano la protezione della popolazione, in particolare i bambini; amplificare i piani nazionali, aumentando i controlli e le informazioni sulla contaminazione alimentare.
“Il nostro lavoro evidenzia l’urgenza di affrontare il problema alla fonte, bloccando le emissioni industriali di PFAS. Invitiamo la Francia a sostenere con forza la “restrizione universale” proposta da cinque paesi europei nell’ambito del regolamento REACh, volta a vietare la produzione, la commercializzazione e l’uso di tutti i PFAS”, ha affermato Kildine Le Proux de la Rivière, farmacista e responsabile scientifico di Générations Futures.
PFAS, come finiscono negli alimenti e i rischi per la salute
Nell’acqua, nell’aria, nel terreno, le sostanze per-e polifluoroalchiliche sono state trovate ovunque. Il loro ampio utilizzo nei settori industriali della chimica, dell’abbigliamento, degli imballaggi alimentari e dei prodotti per la casa, ha fatto sì che i PFAS si trovino in molti oggetti d’uso quotidiano.
Gli inquinanti eterni, poi, finiscono anche nel cibo, principalmente attraverso la contaminazione dei terreni agricoli, trattati con pesticidi che li contengono o irrigati con acqua inquinata. Stesso discorso per mangimi e acque per il bestiame.
Nel corso degli anni, numerosi studi hanno portato alla definizione dei PFAS, da parte dell’IARC, come sostanze “cancerogene per l’uomo”, riferendosi in particolare ai PFOA.
Queste sostanze sono interferenti endocrini, quindi la loro presenza nell’organismo può contribuire ad aumentare il rischio di alcuni tumori femminili (utero, ovaie, seno), tumori ai testicoli, ai reni, possono favorire di alti livelli di colesterolo e danni alla fertilità.