Greenpeace in azione nell'Adriatico Stop agli investimenti sul gas fossile

Greenpeace in azione nell’Adriatico: “Stop agli investimenti sul gas fossile”

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Greenpeace in azione nel mare Adriatico contro l’intesa Meloni-Trump sull’energia: “Investire ancora sul gas fossile significa bruciare il nostro futuro”.

Le attiviste e gli attivisti di Greenpeace, in spedizione nel Mediterraneo con la nave Artic Sunrise, sono entrati in azione al largo di Ravenna per chiedere al governo italiano di interrompere gli investimenti sul gas fossile, tra le cause principali del riscaldamento globale. Gli ambientalisti hanno raggiunto con dei gommoni il nuovo terminale FSRU di Ravenna e hanno appeso alla nave rigassificatrice BW Singapore lo striscione con il messaggio “Burn, baby, burn” (brucia, bellezza, brucia), che fa il verso al mantra del presidente degli Stati Uniti Donald Trump “Drill, baby, drill” (trivella, bellezza, trivella).

Vicino allo striscione l’immagine del pianeta in fiamme e i volti della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del presidente Trump. Le scelte proposte dagli attivisti ai leader europei sono state riassunte con un cartello stradale a due direzioni: andare verso l’inferno climatico alimentato dal gas o garantire un futuro senza fonti fossili basato sulla transizione energetica.

Greenpeace, l’appello al governo Meloni: “Bloccare gli investimenti sul fossile”

“Nonostante le temperature record e gli eventi meteo estremi sempre più frequenti anche in Italia, il governo Meloni continua a puntare sul gas fossile e a sabotare la transizione energetica che permetterebbe di salvarci dall’inferno climatico”, ha dichiarato Federico Spadini, campaigner clima di Greenpeace Italia. “Dopo essere stata dipendente per anni dal gas russo di Putin, ora l’alleanza con gli Stati Uniti mette il nostro futuro energetico nelle mani di Trump, intrappolando il nostro Paese in una pericolosa dipendenza dal gas che alimenta la crisi climatica, trasforma il pianeta in un forno e fa lievitare le bollette energetiche, come successo negli ultimi inverni”.

L’azione dell’associazione ambientalista prende di mira il recente impegno dell’Italia ad aumentare le importazioni di GNL (gas naturale liquefatto) dagli Stati Uniti. L’Italia è il quarto Paese importatore di GNL in Europa, con Qatar e USA come principali fornitori. Nonostante la domanda italiana di gas sia scesa del 19% fra 2021 e il 2024, e l’import nazionale di GNL sia diminuito del 12% lo scorso anno, il governo Meloni continua a investire su una rete del tutto sovradimensionata di infrastrutture fossili come il nuovo rigassificatore di Ravenna, costato ben più del miliardo di euro che era stato preventivato.

L’infrastruttura è stata inaugurata solo poche settimane fa e ha ricevuto il primo carico commerciale di GNL lo scorso 11 giugno, proprio dagli Stati Uniti, mentre il secondo carico statunitense è previsto per domani.

Per evitare il caos climatico e liberarci dal ricatto politico dei Paesi produttori di gas come gli Stati Uniti di Trump, Greenpeace chiede al governo Italiano e ai governi dell’Unione Europea di impegnarsi urgentemente per bloccare gli investimenti e la costruzione di nuove infrastrutture fossili, abbandonare il gas entro il 2035 e investire sulle fonti rinnovabili come sole e vento, di cui l’Italia è ben fornita.

La nave Arctic Sunrise di Greenpeace è impegnata nel tour europeo “Stop fossil gas” attraverso il Mediterraneo, con l’obiettivo di accendere un dibattito pubblico sul sistema energetico europeo, mettere in discussione la nostra dipendenza dal gas fossile e promuovere una giusta ed equa transizione.

Lo scorso fine settimana la Arctic Sunrise è stata ancorata a Venezia, dove circa 650 persone hanno potuto visitare la nave e unirsi a Greenpeace. Ieri, sempre a Venezia, Greenpeace ha protestato contro l’annunciato matrimonio di Jeff Bezos nella città lagunare, emblema di un modello economico socialmente iniquo ed ecologicamente insostenibile che rischia di condurci verso il collasso.

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